Saluti del Segretario Generale (Ulisse) e del Comitato Centrale

(nuovo)Partito comunista italiano

Comitato Centrale

Sito: http://www.nuovopci.it

e.mail: nuovopci@riseup.net


Delegazione:

BP3 4, rue Lénine 93451 L'Île St Denis (Francia)

e.mail: delegazione.npci@riseup.net

scarica il testo in formato Open Office o Word


5 dicembre 2016

Ai membri della Federazione Campana del Partito dei CARC


Cari compagni, vi ringrazio dell’invito e della possibilità che date a noi del (nuovo) Partito comunista italiano di parlare a tutti i partecipanti alla Festa della Riscossa Popolare promossa dalla Federazione Campana del Partito dei CARC, che ci è fratello nella lotta per creare le condizioni necessarie per costituire il Governo di Blocco Popolare.

La vittoria del NO alla riforma Renzi della Costituzione del 1948 è una vittoria di tutti i membri dei mille organismi popolari che si sono impegnati nella campagna referendaria. Noi ci congratuliamo con tutti loro, che ognuno sia fiero del risultato raggiunto. È anche una vittoria per le masse popolari del nostro paese perché è la sconfitta dell’arrogante proposito di Renzi di portare a termine la cancellazione delle conquiste che le masse popolari hanno strappato alla borghesia e alla Repubblica Pontificia quando il movimento comunista era forte. Cancellare quelle conquiste è il programma di tutti i governi che si sono installati a Roma da quaranta anni a questa parte. Molte le hanno già eliminate, ma ne vogliono eliminare molte altre. Renzi ha subito una sconfitta, ma i vertici della Repubblica Pontificia, la borghesia imperialista italiana, la Commissione UE, la Banca Centrale Europea, la NATO, tutte le istituzioni della UE e della Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, statunitensi e sionisti ricorreranno a ogni manovra e a ogni delitto pur di attuare il programma che avevano affidato a Renzi. La lotta continua.

La vittoria che abbiamo raggiunto è importante principalmente perché crea condizioni favorevoli per lotte e vittorie superiori. Sta a noi e a ognuno di voi fare della vittoria di domenica la base di partenza per una lotta più avanzata.

In cosa consiste la lotta più avanzata che dobbiamo fare?

Bisogna approfittare della vittoria del referendum e dell’organizzazione e mobilitazione suscitate, per fare un passo avanti verso la costituzione di un governo basato sulle masse popolari organizzate nelle fabbriche, nelle scuole, nelle istituzioni pubbliche e nei quartieri; basato su comitati popolari che agiscono capillarmente come nuove autorità pubbliche, che dirigono le masse ad attuare caso per caso misure concrete conformi agli interessi delle masse popolari senza esitare a violare le imposizioni delle autorità della Repubblica Pontificia, su comitati popolari che mirano a costituire il Governo di Blocco Popolare e a farlo ingoiare ai vertici della Repubblica Pontificia. Così attueremo anche le parti progressiste della Costituzione del 1948 e faremo un altro passo verso l’instaurazione del socialismo.

Questa è la rivoluzione socialista in corso nel nostro paese. La rivoluzione socialista è necessaria, è l’unica via per porre fine al corso catastrofico delle cose. La rivoluzione socialista è possibile. È una guerra che conduciamo giorno dopo giorno costruendo il nuovo potere, finché sfocerà nella sua vittoria, l’instaurazione del socialismo. La conduciamo giorno dopo giorno non solo arruolando nuovi membri nel partito comunista e formandoli ad essere e agire da comunisti nella lotta di classe, ma mobilitando gli elementi avanzati delle masse popolari e anzitutto i lavoratori avanzati delle aziende capitaliste a organizzarsi, a mobilitarsi e a mobilitare anche il resto delle masse popolari a far fronte alle autorità e ai capitalisti, a creare le condizioni per costituire un loro governo d’emergenza, il Governo di Blocco Popolare. È su questo terreno che si sviluppa la nostra collaborazione con il Partito dei CARC che è per noi un partito fratello. È su questo terreno che collaboriamo con ogni organismo che promuove mobilitazione e organizzazione tra le masse popolari e le sostiene nell’attuare misure concrete conformi ai loro interessi.

Per condurre con successo questa guerra, fattore chiave è la fiducia che vinceremo, che possiamo vincere, che dipende da noi. Possiamo vincere questa guerra se non agiamo alla cieca, ma con scienza e coscienza. Per questo dobbiamo condurre anche una lotta nel campo delle idee e della visione del mondo, per vedere chiaramente e in modo giusto la realtà, quindi per la ricerca scientifica a proposito delle attività con le quali gli uomini fanno la loro storia e contro le concezioni empiriste (guardare solo ai fatti e agli avvenimenti, senza cercarne le cause e le connessioni) o fataliste (dio, il destino, la ruota della storia), che portano al disfattismo (“la rivoluzione socialista non è possibile, almeno per ora”) e al movimentismo (“le masse popolari fanno quello che occorre fare”, “la rivoluzione socialista non la si organizza, quindi non occorre il partito comunista”). Saccenti professori, politicanti falliti e opportunisti camuffati vanno dicendo che oggi gli insegnamenti di Lenin, di Stalin e di Mao non servono più o servono a ben poco. Se non osano rinnegare apertamente l’opera e le idee di questi grandi rivoluzionari, proclamano però che la situazione è radicalmente diversa, che la classe operaia delle fabbriche non esiste più, che esistono solo proletari dispersi e precari, che la borghesia ha raggiunto il “controllo sociale totale”, che i rapporti sociali sono cambiati perché invece delle macchine utensili gli operai usano le stampanti tridimensionali, che la situazione è complessa e mille altre ragioni che prendono spunto da elementi della realtà ma li interpretano unilateralmente fino a stravolgere la realtà. In realtà oggi nonostante delocalizzazioni e ristrutturazioni, nel nostro paese nelle aziende capitaliste sono concentrati più operai di quanti ce n’erano alla fine della Resistenza, sia in numero assoluto sia come percentuale della popolazione. Per instaurare il socialismo oggi gli operai devono egemonizzare non più, come negli anni ’40 e ’50, milioni di contadini poveri dispersi nelle campagne e vittime degli agrari, dei curati e dei carabinieri, ma proletari dispersi e precari in gran parte riuniti nelle città. Il fattore chiave, determinante per fare con successo la rivoluzione socialista è, oggi come lo era ieri, un partito comunista che padroneggia e applica con creatività e abnegazione il marxismo-leninismo-maoismo, senza riserve né intellettuali né morali. Un partito comunista che sa convincere e dirigere, come ben spiega Stalin nello scritto Questioni del leninismo che abbiamo pubblicato nel numero 54 di La Voce appena messo in distribuzione. Noi vogliamo essere questo e una scuola di formazione per tutti quelli che decidono di associarsi con noi.

È l’appello che rivolgiamo a ogni persona di buona volontà, a ogni lavoratore avanzato, a ogni giovane e a ogni donna generosi, capaci di dedicarsi a un’impresa difficile ma necessaria e quindi destinata alla vittoria.

Siate rigorosi nel pensare. La borghesia fa di tutto per distogliere le masse popolari dal fare la rivoluzione, pone mille ostacoli a che imparino a pensare. Ma non è in grado di impedire a noi comunisti né di pensare né di ispirare le masse popolari e mobilitarle per fare la rivoluzione socialista fino a instaurare il socialismo.

Il terreno è fertile e la stagione propizia per avanzare nella rivoluzione socialista.

È in questa prospettiva che a nome di tutti i membri del (nuovo) Partito comunista italiano auguro successo al vostro lavoro.

Compagno Ulisse, segretario generale del Comitato centrale del (n)PCI.